Articoli filtrati per data: Lunedì, 13 Aprile 2020

Ancora una volta l'intera popolazione di Regalbuto sta rispondendo bene al "restare a casa" che specie nei giorni di Pasqua e pasquetta tanto preoccupa. Strade vuote e silenziose , le singole famiglie  hanno trascorso la domenica di Pasqua a casa tra cucina,video , foto e collegamenti on line coi propri parenti . Già da stamattina invece chi può si è dedicato all'accenzione del "focone" nelle terrazze o sui balconi per l'immancabile carne alla brace. E' la Pasqua dei regalbutesi i quali a dire il vero in generale non hanno mai provocato situazioni limiti per i quali si è dovuto intervenire. Pochissime le infrazioni alcune provocate forse per la mancata comprensione dei provvedimenti restrittivi. Vigili e forze dell'ordine al lavoro anche nei giorni di festa hanno tenuto sotto controllo il territorio. Il calare dei numeri sui contagi del coronavirus e la paraizle apertura di alcune attività rende ottimisti per il futuro anche se c'è da ripetere che non sarà niente di come avevamo lasciato prima del contagio. Da sottolineare infine la visita al cimitero del Sindaco Francesco Bivona , per onorare i defunti e la partecipazione sempre da parte del primo cittadino alla funzione reiligiosa il giorno Pasqua nella chiesa di San Basilio.

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La “manovra” di emergenza per la Regione siciliana è pronta ed è stata approvata in giunta dopo le due riunioni di questa settimana. Sul piatto ci sono un miliardo e mezzo di fondi Ue per cercare di tamponare l’emergenza economica nata in seguito al blocco delle attività dovute alle misure di contenimento del Coronavirus. Deciso lo stato di emergenza per l’agricoltura, ma anche aiuti alle famiglie in difficoltà, alle imprese, alle partite Iva, ai professionisti e agli ambulanti. Per le famiglie sono previsti 250 milioni di buoni spesa indirizzati “ai nuclei familiari che non percepiscono alcun reddito né altra forma di assistenza”, più altri bonus per le fasce deboli. Inoltre, 300 milioni di contributi comunitari verranno destinati a finanziare mini-prestiti per i consumi alle famiglie che sono in difficoltà. A gestirli sarà l’Irfis, la finanziaria regionale. Si tratta di prestiti di massimo 5 mila euro che possono ricevere “i residenti in Sicilia almeno dal 31 dicembre 2019 che hanno dichiarato nel 2018 un reddito netto non superiore a 15 mila euro e che dichiarino di non godere di analoghe misure a carico di fondi statali o europei”. I mini prestiti andranno restituiti in 36 rate che scatteranno dal gennaio 2022. Alle imprese in difficoltà a causa dello stop imposto dalle misure di contenimento sono previsti 400 milioni sotto forma di prestito, fino a un massimo 15 mila euro, per le aziende “che hanno il domicilio fiscale il Sicilia almeno dal 31 dicembre 2019 e che nel 2018 hanno dichiarato un utile netto non superiore a 30 mila euro e un numero di addetti non superiore a 5”. Anche in questo caso dovranno essere restituiti in 36 rate a partire dal 2022. Altri 200 milioni sono stanziati per artigiani e cooperative (100 l’uno). Di questi, 10 milioni possono essere usati per anticipare la cassa integrazione ai lavoratori del settore attraverso un fondo di garanzia. I prestiti alle coop non potranno superare i 15 mila euro e saranno rimborsabili in 36 rate e che nel 2018 hanno dichiarato un utile netto di 25 mila euro e con massimo 5 dipendenti. Stessa cosa per gli artigiani, ma in questo caso l’utile netto deve essere stato di 30 mila euro. Il testo adesso approda all’Ars dove dovrà essere approvato prima della scadenza dell’esercizio provvisorio che è fissato per il 30 aprile.
(ITALPRESS).

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L'umanità deve compiere una scelta, ora che si profila la fine della pandemia: scegliere tra una revisione dei propri punti di riferimento sociali, economici e culturali oppure piegarsi al dio denaro, al suo sepolcro.Papa Francesco torna nuovamente a riflettere sugli egoismi che si manifestano di fronte al contagio (ieri sua una esplicita critica ad una Europa egoista che deve ritrovare l'antico spirito di solidarietà) e avverte: il dopo sia in favore della gente, dei popoli.

Soldi per non rendere testimonianza a Dio, spiega, "è corruzione". Se si nega l'evidenza delle cose, aggiunge, si sceglie "la strada del diavolo e della corruzione". E anche oggi, aggiunge nell'omelia della messa a Santa Marta, "davanti alla prossima fine - speriamo - della pandemia abbiamo la stessa opzione: i popoli o il dio Denaro". Tra una ricostruzione che sia per l'uomo oppure "la schiavitù, la guerra, i bambini senza istruzione". Una scelta tra "scegliere il bene della gente e cadere nel sepolcro del dio Denaro".

Il vangelo del giorno racconta che, grazie alla costanza delle donne che hanno appena ricevuto l'annuncio della Resurrezione, la notizia inizia a spargersi e i sommi sacerdoti, i dottori della legge pagano il silenzio delle guardie, per evitare l'imbarazzo del Sepolcro di Cristo rimasto vuoto. Prima considerazione di Papa Bergoglio: "le donne vanno avanti a portare l'annuncio. Sempre Dio inizia con le donne: aprono le strade, non dubitano. Sanno, hanno visto".

Seconda considerazione: i timori e le paure di quanti ora pensano "quanti problemi ci porterà questo sepolcro vuoto" e fanno in modo da comprare il silenzio dei testimoni che hanno visto. "Questa non è una tangente, questa è corruzione pura", sillaba le parole Papa Francesco, "quando davanti all'evidenza si sceglie questa strada, questa è la strada del diavolo e della corruzione". Denaro contro verità anche oggi che si deve iniziare a pensare agli assetti mondiali del dopo coronavirus. Il Papa, già all'inizio della messa, ha lanciato un invito molto significativo.

"Oggi preghiamo per i governanti, per i politici, per gli scienziati che hanno cominciato a studiare la via d'uscita per il dopo pandemia", ha detto, "il dopo che è già cominciato, affinché trovino la strada giusta sempre in favore della gente, sempre in favore dei popoli". Più tardi, nell'omelia, lo riafferma e lo scandisce: "Quando non serviamo il Signore Dio, serviamo il Signore Denaro". Una terza via non è data.

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