Articoli filtrati per data: Domenica, 26 Aprile 2020

Le domande sono ovvie: " Potrò giocare a calcetto,basket,pallavolo , beach volley quest'estate ? " La risposta pare che sarà NO. Gli sport di squadra cosidette "amatoriali " ma che  secondo noi saranno estese a tutte le piccole società dilettantistiche, suberanno un lungo stop : stando alle ultime indicazioni sulla fase 2, per limitare al massimo il rischio del contagio, saranno vietate per diverso tempo delle attività non ritenute necessarie. Per questo motivo, lo sport potrà essere praticato in maniera individuale, come è stato ribadito più volte dalle autorità competenti negli ultimi giorni, ma alle pratiche amatoriali di squadra si dovrà quasi certamente rinunciare.Secondo il quotidiano La Repubblica, che ha consultato alcune fonti interne alla task force guidata da Vittorio Colao che si sta preparando a varare le misure che il governo dovrà adottare per la fase 2, dal 4 maggio sarà possibile la corsa all’aperto, non necessariamente – come avviene in questo periodo di lockdown – nelle immediate vicinanze della propria abitazione.Tuttavia, il prossimo dpcm che verrà emanato da Giuseppe Conte non prevede di rinunciare alle restrizioni per gli sport di squadra a livello amatoriale. Infatti, in questo caso, il distanziamento sociale non sarebbe assicurato. Dunque dovremmo prepararci a lunghi periodi senza calcetto, beach volley, pallavolo, basket e qualsiasi altro sport di squadra praticato per svago. Diverso, invece, è il discorso per lo sport professionistico, che prevede una ripartenza nelle prossime settimane, da concordare tuttavia con il governo e con il ministro allo Sport Vincenzo Spadafora.Possibile che questo stop duri per gran parte del periodo estivo, anche se la situazione – ovviamente – resta in divenire. Così come c’è la possibilità di reintrodurre restrizioni se dal 4 maggio in poi si dovessero registrare nuovi picchi di coronavirus, allo stesso modo potrebbero essere meno stringenti le norme di distanziamento sociale se il contagio si dovesse evolvere in maniera positiva. Tutto dipenderà chiaramente dall’andamento della curva, anche se gli esperti, al momento, non sono affatto ottimisti, nemmeno per quanto riguarda il periodo estivo e a maggior ragione per l’autunno del 2020 quando gli scienziati prevedono una seconda ondata dell’epidemia da coronavirus.

Pubblicato in Prima Pagina

Le scuole riaprono a settembre, i prezzi delle mascherine saranno calmierati e c’è il massimo impegno contro la burocrazia per facilitare l’arrivo degli aiuti finanziari alle aziende. A dirlo in una intervista a Repubblica il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che conferma l’impegno a facilitare la ripartenza del Paese dopo il 4 maggio, anche se bisognerà “procedere con cautela”.

“Stiamo lavorando, proprio in queste ore, per consentire la ripartenza di buona parte delle imprese, dalla manifattura alle costruzioni per il 4 maggio. Non possiamo protrarre oltre questo lockdown: rischiamo una compromissione troppo pesante del tessuto socio-economico del Paese. Annunceremo questo nuovo piano al più tardi all’inizio della prossima settimana. La condizione per ripartire sarà il rigoroso rispetto dei protocolli di sicurezza, per i luoghi di lavoro, per le costruzioni e per le aziende di trasporto – dice Conte nell’intervista a Repubblica -. Nel rispetto di queste condizioni rigorose, potranno riaprire, già la settimana prossima, passando però dal vaglio dei prefetti e con autocertificazione, attività imprenditoriali che consideriamo ‘strategiche’, quali lavorazioni per l’edilizia carceraria, scolastica e per contrastare il dissesto idrogeologico, come pure attività produttive e industriali prevalentemente votate all’export, che rischiano di rimanere tagliate fuori dalle filiere produttive interconnesse e dalle catene di valore internazionali”.

La scuola “e’ al centro dei nostri pensieri e riaprirà a settembre”, sottolinea Conte “ma tutti gli scenari elaborati dal comitato tecnico-scientifico prefigurano rischi molto elevati di contagio, in caso di riapertura delle scuole. È in gioco la salute dei nostri figli, senza trascurare che l’età media del personale docente è tra le più alte d’Europa. La didattica a distanza, mediamente, sta funzionando bene”. Per quanto riguarda le imprese, “Sace ha già predisposto tutto per assicurare la piena garanzia pubblica sui prestiti alle imprese. Monitoreremo che anche le banche garantiscano la piena operatività dei provvedimenti”. ( ITALPRESS)

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La "ricetta" di Confindustria per far ripartire le imprese: liquidità, opere pubbliche, meno burocrazia
“Il Governo e la Politica tutta, si impegnino a semplificare la macchina amministrativa rendendo certi e veloci i percorsi autorizzativi per i nuovi investimenti ed alleggerendo i molteplici vincoli imposti dalla attuale normativa; si utilizzino i fondi comunitari per investimenti che creino realmente valore per l’economia; si avviino tutte le opere pubbliche bloccate, con estrema decisione e con procedure di assoluta emergenza, come ad esempio la semplificazione del Codice degli Appalti, utilizzando il “sistema Genova” se è il caso”. Meno burocrazia dunque che fino ad adesso ha rallentanto la macchina dello sviluppo , è quanto chiedono non solamente gli industriali siciliani ma da tutto il territorio nazionale. Meno burocrazia soprattutto nella macchina dello Stato per rendere più snelle le procedure per accedere ai fondi Europei, ma soprattutto sburocratizzare il codie degli appalti. La "ricetta" di Confindustria per far ripartire le imprese: liquidità, opere pubbliche, meno burocrazia
Una operazione drastica e radicale di semplificazione amministrativa, con tempi certi e veloci per le autorizzazioni, liquidità alle imprese e contributi per la copertura degli oneri sociali. Queste le priorità che gli industriali indicano in una lettera aperta al governatore della Regione Siciliana Nello Musumeci. Il documento, firmato dal vicepresidente vicario di Sicindustria Alessandro Albanese, dal presidente di Confindustria Catania Antonello Biriaco e dal presidente di Confindustria Siracusa Diego Bivona – è stato inviato al presidente della Regione. Una nota di due pagine in cui vengono individuati i tratti necessari per una ricostruzione efficace e una ripartenza effettiva del tessuto produttivo dell’Isola.

 



 

 

Pubblicato in Dal Territorio
Domenica, 26 Aprile 2020 07:15

Coronavirus. Il 25 Aprile a Regalbuto.

Il Sindaco ha deposto una corona d'alloro sul monumento dei caduti e la città ha ancora una volta risposto positivamente e responsabilmente all'invito a restare a casa. E' trascorso così il 25 aprile dei regalbutesi tra pranzi a casa e svolgere alcune attività straordinarie domestiche. C'è chi ha festeggiato a base di dolci , brindando da un balcone all'altro delle case e poi la sera sono state parecchie le famiglie che hanno ordinato la cena a base di pizze e panini presso i ristoranti e le pizzerie della città. Ancora dunque un segnale positivo nella comune lotta a non far diffondere il coronavirus nonostante la stanchezza dei sacrifici fatti restando a casa oramai da quasi 50 giorni ma si aspettano le decisioni del Governo su ciò che sarà dopo il 4 maggio anche se nessuno si illude che tutto sia passato. Tutt'altro.

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Domenica, 26 Aprile 2020 07:10

Terra. Si è chiuso il buco dell'ozono.

l buco dell’ozono “senza precedenti” per le dimensioni e durata, rilevato nell’Artico quest’anno, si è interamente chiuso. A renderlo noto è il Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Termine (ECMWF) sul suo account Twitter. Nel mese di marzo, gli scienziati hanno osservato segni di una strana ”apertura” nello strato di ozono al di sopra del Polo Nord, un fenomeno attribuito alle basse temperature prodotte da un ciclone freddo. Gli esperti del Programma Europeo per l’Osservazione della Terra e la Sorveglianza Copernico hanno annunciato come l’anomalia fosse ormai chiusa, come da previsioni. La formazione e la successiva riduzione del buco dell’ozono non hanno nulla a che fare con l’inquinamento atmosferico. L’origine è da ricercare nel comportamento insolito del vortice polare che di solito trasporta aria fredda nelle regioni artiche. L’arrivo del vortice, quest’anno eccezionalmente duraturo, ha provocato il diradamento dell’ozono mentre il successivo aumento delle temperature, fino a 20 gradi, ha riportato lo strato di gas alle condizioni originali. L’ozono scherma la superficie del nostro Pianeta dalle radiazioni ultraviolette che arrivano dal Sole e dallo spazio. E si stanno registrando le prime conseguenze del fenomeno: stando a un'équipe di scienziati , la progressiva chiusura del buco dell’ozono sta cambiando significativamente la circolazione atmosferica, in particolare nell’emisfero australe.

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