Regalbuto e i Tesori nascosti.....

Maggio 26, 2019 1765

Lo spunto è una delle recenti immagini fotografate e pubblicate da Maria Privitera sul gruppo "Regalbuto in fotografia..." per riprendere il discorso sui tesori ( in questo caso alcuni monumenti religiosi) che loro malgrado sono tutt'ora  nascosti a quanti ricercano il bello , che hanno fatto la storia della nostra città. La chiesa Santa Maria delle Grazie, annessa al nuovo monastero delle Benedettine è uno di quei capolavori d'arte e di una tale bellezza che se "recuperato" rappresenterenbbe uno dei fiori all'occhiello di Regalbuto. Qualcosa oggi si sta muovendo con il recupero della Chiesa della Madonna del Carmelo risalente al 1400 , raro esempio di pianta ottagonale, di certo il monumento più antico rimasto a Regalbuto, al quale segue la sistemazione della piazzetta attigua la Chiesa dei Cappuccini ( 1585) possono incoraggiare a credere che anche altri monumenti religiosi potranno in seguito avere maggiore attenzione ed essere recuperati aprendoli al pubblico. La Chiesa di Santa Maria delle Grazie si trova in uno dei quartieri più caratteristici di Regalbuto con il dedalo di vicoli stretti che sfociano nella zona denominata Sopra le Fosse, dove tra l'altro insiste l'abitazione nella quale ha vissuto Gian Filippo Ingrassia. Un quartiere che se  " recuperato" , ripavimentato e opportunamente illuminato potrebbe incoraggiare all'acquisto o al recupero delle abitazioni alcune delle quali ancora in buono stato.  Non far disperdere questi tesori , questi quartieri vuol dire non perdere la memoria di una Città ,che tra il 1500 e il 1700 era piuttosto fiorente se si considerano i 23 monumenti religiosi ( compresi quelli crollati ) , i 5 maggiori ordini religiosi , i  monasteri , una delle più fiorenti biblioteche della Sicilia e il Liceo Ginnasio , tutte cose che fanno capire l'enorme ricchezza culturale e il grande patrimonio religioso che esisteva a Regalbuto. Diceva Montanelli riferendosi all'Italia : " Questo è un Paese senza memoria, dove l’unica cosa da fare è cercare di non morire perché chi muore (fatte salve la solita mezza dozzina di sacre mummie: Dante Petrarca, eccetera, che nessuno legge) è morto per sempre. È un Paese senza passato, il nostro, che non accumula né ricorda nulla. Ogni generazione non solo seppellisce quella precedente, ma la cancella.”

 

AgoVit

Ultima modifica il Domenica, 26 Maggio 2019 15:29