Articoli filtrati per data: Lunedì, 09 Dicembre 2019

Mi è capitato di ascoltare Julio Velasco. Non mi sarei mai perso il suo intervento all'Educational 2 di Anderlini che si è svolto a Aci Castello. Non me lo sarei mai perso perchè Velasco è l'uomo delle sfide nel variegato mondo della pallavolo,Dopo aver portato al primo livello mondiale l’Italia negli Anni 90, cambiando la mentalità, dopo avere propiziato la nascita della scuola femminile azzurra (1997), il Velasco 3.0 si getta in un’altra impresa “disperata”: invertire la tendenza che vede un calo dei tesserati maschili (a oggi circa un terzo delle donne). E lo fa a modo suo, andando a parlare alla base. Da chi allena i giovani. “Scusate se ci sono anche delle donne - arringa in una delle tante convention patrocinate dalla federazione, l’ultima in Sicilia -. Noi non dobbiamo avere la sindrome di Brad Pitt. Quando ero ragazzo se volevi uscire con la compagna di classe più carina ti dovevi dare da fare. Cercare di capire cosa le piaceva, arrampicarti sugli specchi. Io non sono mai stato Brad Pitt, che si siede in un bar e viene agganciato da una donna. Nello sport italiano Brad Pitt è il calcio: aspetta e ci sono i ragazzini che fanno la fila per andare a giocare. Noi no, dobbiamo andarli a prendere, convincerli. conquistarli. Anzi dico di più dobbiamo renderci conto che il calcio può essere un nostro grande alleato. Dobbiamo fare calcetto agli allenamenti, provare a convincere i ragazzi che - per un motivo o per l’altro - smettono con il calcio, si convertano alla pallavolo”. E rilancia. “Io fra un allenatore giovanile che è mediocre tendente allo scarso, ma che porta ragazzi e un allenatore bravo che non porta atleti sceglierò sempre quello più scarso che mi porta i giovani in palestra perché questo per noi è il problema principale oggi”. “La pallavolo è uno sport difficile da praticare, noi dobbiamo aiutare i giovani a giocare di più essendo anche meno fiscali tecnicamente. Per questo abbiamo deciso di fare alcuni cambi di regolamento: eliminata la ‘doppia’, inserimento del libero anche in under 14 e stiamo studiando come sgonfiare la palla per fare in modo che il gioco, in quella età, duri maggiormente e che i ragazzi si possano divertire di più. Per cercare di diminuire ‘l’abbandono’ che è uno dei problemi che ha questo sport a livello giovanile”. Va oltre e allarga il discorso che diventa “filosofico”, sfrutta alcuni dei suoi cavalli di battaglia di quando allenava. “Basta parlare ‘dei miei tempi, o dei “giovani di una volta che erano meglio di quelli di oggi’. Confronti quasi sempre falsati dal ricordo. Quei tempi che a noi sembravano tanto belli in realtà erano magici perché eravamo giovani. Noi diamo ai ragazzi di oggi nuove zavorre da portare”. Anche il modo di porsi è diverso e può essere cambiato. “Quando passai dal settore maschile a quello femminile, per imparare, andai a vedere un allenamento di Jenny Lang Ping (campione olimpico con la Cina, prima da giocatrice poi come allenatrice, ndr Un esercizio bastato sul raccogliere palloni in difesa: durissimo nella pratica, ma lei quasi a ogni tuffo dell’atleta diceva ‘brava’. Ho pensato che ha più detto ‘brava’ lei in un allenamento di quanti ne avevo pronunciati io con la Nazionale maschile in 7 anni. Ai giovani hai bisogno di fare sentire che tu credi in loro, che hai fiducia. Senza viziarli. Per questo ho chiesto alla federazione che i viaggi delle Nazionali giovanili siano low cost, non solo per risparmiare, ma anche per dare un segnale. Imparare ad adattarsi alle situazioni, senza avere tutto troppo comodo e scontato”. Va oltre. “Spesso sento dire che questo giocatore non arriverà. Perché non ha i centimetri che vorremmo: dimenticando che la nostra storia è fatta di campioni che non erano tutti alti e grossi. In più anche quelli che oggi portiamo al volley e che non diventeranno giocatori di Superlega resteranno sempre legati all’ambiente (se si sono divertiti). Magari tra 30 anni si riaffacceranno a questo sport come sponsor, dirigenti... Insomma l’Italia (volley compreso) troppo spesso guarda al bicchiere mezzo vuoto. Io citando Mara Maionchi dico ‘riempite questo bicchiere e non rompete i c....’”.

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Lunedì, 09 Dicembre 2019 16:04

"Vince chi molla" -

Nella vita ci hanno sempre insegnato a non mollare mai, ma nessuno ci ha mai detto perché non si dovrebbe mollare… Arrendersi è considerato da “perdenti”, nelle partite, negli incontri di boxe, nella vita chi molla… perde.Ci hanno sempre insegnato di stringere i denti, andare avanti, combattere per un ideale, anche se il più delle volte non è il nostro ma quello imposto da qualcun altro, un genitore, il capo, la società.Puntare sempre più in alto, sovrastare chiunque per arrivare alla meta, spingere, sgomitare, scalciare anche imbrogliare pur di vincere.Dimostrare il proprio coraggio, la propria ambizione, il proprio valore con la forza e la determinazione.Ma poi?

Tutta questa fatica, tutto questo sgomitare per dimostrare a noi stessi (o forse più agli altri) di essere i migliori i più forti porta davvero alla vittoria?

A volte lasciare andare gli stereotipi che ci soffocano e ci legano, quelle cose che non ci permettono di essere noi stessi, che intrappolano la nostra vita nell’idea che dobbiamo per forza essere diversi da quello che siamo per essere forti e accettati. In questo caso anche lasciar andare la paura di noi stessi, dei muri che alziamo e di quello che vorremmo essere ma che non siamo… del nostro giudizio. Già perché non esiste un giudice più severo di noi stessi, ci reputiamo sempre “troppo poco” senza renderci conto di quanto invece valiamo se accettiamo chi siamo. Decidiamo di mollare la paura di noi stessi.

Lasciare andare significa anche liberarsi delle vecchie cose che ci legano al passato, dei ricordi che ci hanno segnato, delle cose superflue e anche lasciare perdere rancori e odio che avvelenano il nostro animo.

Togliendo dalla vita queste cose è come diventare di colpo più leggeri, ci si arrende alla vita lasciando che scorra a modo suo, senza costrizioni, legami, muri, argini.“Vince chi molla” è quindi un’esortazione, un invito a non perseverare, a non resistere al continuo mutare delle cose, una presa di coscienza dei nostri limiti

 

Articolo scritto da Valeria Bonora – valeria2174.wix.com

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Lunedì, 09 Dicembre 2019 11:56

La foto.....

E' stato un fuori programma imprevisto. Nel corso della Festa dello Sport durante la manifestazione Sua Eccellenza Monsignor Salvatore Muratore , seduto tra le squadre disposte in fila ha chiamato con un cenno le nostre ( sedute proprio vicine a lui) per una foto ricordo. Il tutto tra la felicità e il sorriso delle nostre "lupesse".

Pubblicato in regalbuto

Punto importante per i Diavoli Rossi che nel campo di Giarratana hanno sfoderato una bella prestazione che ha messo in difficoltà i padroni di casa e forse con un pò più di fortuna portare a casa i tre punti. A parlare da soli sono i parziali : 21-25 , 26-24 , 17-25, 26-24 , 18-16 i quali confermano quanto si sia lottato in campo. Restando in serie C , Volley Agira il Mondo Volley Messina. Partita non facile per i ragazzi di Millauro/Bottino che comunque hanno giocato una partita intelligente che tranne nel primo set non è stata mai messa in discussione. Agira a pari punti con Roomy Lube ma seconda in classifica dato che aveva perso lo scontro diretto proprio contro la Lube che ha dunque una vittoria in più. In serie D femminile detto che le ragazze di Davide Giuffrida hanno subito  ad Acireale la sconfitta per tre a uno  , c'è da sottolineare i progressi del team. Più ordinato l'Acireale che però subisce il primo set : 14/25 da Saputto e compagne  le quali però finiranno per subire la reazione delle padroni di casa nei successivi tre set. L'Agira però c'è anche se manca ancora qualcosa sul piano della tenuta mentale della gara che con il tempo siamo certi sarà superata. In prima divisione femminile le ragazzine della Naf Nicosia vincono  contro le pari età della Roomy Pink e conquistano i primi tre punti  dimostrando di crescere ( data la loro giovane età) in un campionato difficile quale la prima divisione. 

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