Articoli filtrati per data: Mercoledì, 25 Marzo 2020

" In Sicilia la previsione di contaminazioni da Covid-19 si attesta su un trand  tra 4.500 e 7.000 contagi. " Lo ha detto l'assessore regionale ala Salute, Ruggero Razza, intervenendo a 'Storie italiane' su RaiUno. "Noi per prudenza ci stiamo attestando sul dato massimo - ha aggiunto - quindi stiamo lavorando a ulteriori 500 posti di terapia intensiva". Razza ha annunciato che la Protezione civile ha consegnato altri 13 ventilatori. "Sono quasi 40 mila le persone rientrate in Sicilia, che si sono registrate nella piattaforma della Regione."Purtroppo - aggiunge Razza - non tutti si sono auto-segnalati. E mi fa rabbia, perché molti contagi che stiamo registrando ora sono causati da chi rientra".

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Le notizie arrivano e a con esse soprattutto quella più attesa. L’Asp di Enna comunica che quattro pazienti affetti da COVID19 e ricoverati all’Ospedale Umberto I di Enna saranno trattati da oggi con il farmaco anti-artrite, pervenuto dopo la richiesta inoltrata al Centro Sperimentatore. Nei giorni scorsi si erano moltiplicati gli appelli rivolti alla presidenza della regione per far arrivare il farmaco sperimentale promosso dall’Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori di Napoli in collaborazione con altri centri. Tra i tanti quello di una ragazza di Leonforte preoccupata per il padre in fin di vita affetto da coronavirus. Intanto i casi di persone affette da virus in Sicilia sono aumentati e trala preoccupazione negli ospedali per il ritardo dei tamponi così come fatto rilavare anche da Anthony Barbagallo, parlamentare regionale del Pd.“Sono molto preoccupato del ritardo con cui vengono esitate le richieste di tampone nel territorio della regione siciliana dove centinaia di cittadini, pur in presenza dei sintomi, attendono da settimane. Ad aggravare ulteriormente il ritardo è la singolare circostanza che sono pochissimi i laboratori accreditati per l‘analisi dei tamponi. Sarebbe paradossale scoprire che il numero contenuto di casi positivi di Covid19 in Sicilia sia la conseguenza dell’enorme ritardo nell’effettuazione dei tamponi piuttosto che della effettiva diffusione dell’epidemia”.“È necessario affrontare questo momento con grande attenzione e determinazione – continua Barbagallo – e per questo ci aspettiamo dal governo regionale misure indifferibili come l’implementazione del personale nei servizi di epidemiologia e laboratori “satelliti” per velocizzare l’esame dei campioni prelevati."

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Oltre a Italia e Francia, hanno firmato la lettera anche Spagna, Portogallo, Slovenia, Grecia, Irlanda, Belgio e Lussemburgo. "Dobbiamo riconoscere - scrivono i leader - la gravità della situazione e la necessità di una ulteriore reazione per rafforzare le nostre economie oggi, al fine di metterle nelle migliori condizioni per una rapida ripartenza domani. Questo richiede l'attivazione di tutti i comuni strumenti fiscali a sostegno degli sforzi nazionali e a garanzia della solidarietà finanziaria, specialmente nell'Eurozona". "In particolare - prosegue la lettera - dobbiamo lavorare su uno strumento di debito comune emesso da una istituzione dell'Ue per raccogliere risorse sul mercato sulle stesse basi e a beneficio di tutti gli Stati membri, garantendo in questo modo il finanziamento stabile e a lungo termine delle politiche utili a contrastare i danni causati da questa pandemia". Secondo i nove leader, "vi sono valide ragioni per sostenere tale strumento comune, poiché stiamo tutti affrontando uno shock simmetrico esogeno, di cui non è responsabile alcun Paese, ma le cui conseguenze negative gravano su tutti. E dobbiamo rendere conto collettivamente di una risposta europea efficace ed unita. Questo strumento di debito comune dovrà essere di dimensioni sufficienti e a lunga scadenza, per essere pienamente efficace e per evitare rischi di rifinanziamento ora come nel futuro".Per quanto riguarda le risorse da mettere in campo, nella lettera si sottolinea che "i fondi raccolti saranno destinati a finanziare, in tutti gli Stati membri, i necessari investimenti nei sistemi sanitari e le politiche temporanee volte a proteggere le nostre economie e il nostro modello sociale". Ma i leader suggeriscono anche che, "con lo stesso spirito di efficienza e solidarietà, potremo esplorare altri strumenti all'interno del bilancio Ue, come un fondo specifico per spese legate alla lotta al Coronavirus, almeno per gli anni 2020 e 2021, al di là di quelli già annunciati dalla Commissione". "Dando un chiaro messaggio di voler affrontare tutti assieme questo shock unico - conlcude la lettera -, rafforzeremmo l'Unione economica e monetaria e, soprattutto, invieremmo un fortissimo segnale ai nostri cittadini circa la cooperazione determinata e risoluta con la quale l'Unione europea è impegnata a fornire una risposta efficace e unitaria".

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Mercoledì, 25 Marzo 2020 10:58

Quando tutto sarà finito.....AgoVit

C'è uno strano silenzio in città. Le strade di Regalbuto sono vuote , percorse solamente da chi frettolosamente si reca per fare la spesa . Ognuno indossa la mascherina protettiva. C'è attesa. Una attesa paziente certi che tra qualche giorno tutto sarà un lontano ricordo. Sui balconi di Regalbuto sono apparsi da giorni i  "DRAPPI" in onore   della Vergine Maria e di San Vito, in altri la bandiera dell'Italia. In tutte le case si prega. A Regalbuto ancora nessun caso di coronavirus. La mente va ad Agira , ai suoi abitanti. La sera il silenzio si fa più assordante perchè le strade sono completamente vuote e silenziose. Si riscopre la casa, la famiglia, i figli e le attività di un tempo. Chi fa il pane,chi la pasta, chi la pizza chi legge un libro o rivede un vecchio film casualmente ritrovato in Tv. E' il silenzio dell'attesa che si ripete ogni sera. Mi ricorda una scena del film " I dieci comandamenti" con Yul Brynner e Charlton Heston, la scena della decima piaga. I più vecchi ricordano i giorni della guerra . " Mai avrei creduto di rivedere il mio paese così " Mi dice uno che ha vissuto il terrore della  guerra. C'è paura si perchè non ammetterlo ,ma le famiglie a Regalbuto stanno collaborando. Finalmente comunità. Una comunità che si stretta nell'unico obiettivo possibile.  Una comunità che è chiamata ancora per altro tempo a resistere , proteggere i figli che un giorno racconteranno ai loro figli questi giorni. Il ricordo più bello che ho da ragazzo è quello del corso e della piazza pieno di gente , specie il sabato e le domeniche e nei giorni di festa, che passeggiava: chi con le famiglie , chi con i propri amici e noi bambini liberi di circolare giocando con le pistole. Anche i negozi erano aperti e le vetrine illuminate. La gente usciva,aveva voglia di dimenticare i morti della guerra e i sacrifici fatti, anche la fame. Quando finirà tutto ciò sarebbe bello uscire la sera per ritrovarci insieme lungo il "corso" nelle piazze coscienti di avercela fatta . Sarebbe bello apprezzare ogni sabato e le domeniche specie dopo la messa , ritrovarci famiglie, giovani ,ragazzi a passeggiare e rioccupare quelle strade e quelle piazze che negli ultimi anni , la sera sono rimaste vuote . Certi che i nostri sacrifici , quello stare a casa, quel ritrovare il calore della famiglia ci abbiano insegnato quanto sia importante sentirci parte di una comunità. Gli uni per gli altri , proprio come stiamo facendo adesso.  Quando tutto sarà finito rinnoviamo il sentimento della festa. Esiste una tradizione: quella di esporre ai balconi, nel dì di festa, le coperte più belle. Nei decenni scorsi, in occasione delle feste patronali e delle feste mariane in genere, lungo le strade interessate dal passaggio delle processioni era tutto un trionfo di coperti di foggia e tessuti diversi. Si faceva a gara ad esporre la coperta più bella ed originale. Quando tutto sarà finito. Per ora : RESTIAMO A CASA .

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Mercoledì, 25 Marzo 2020 09:42

I libri di GaE. L'ultimo cerchio.

Durante la guerra in Libia, nel mese di luglio del 1915, una Compagnia di 162 uomini dell'84° reggimento fanteria del Regio Esercito Italiano viene inviata, con un ordine improvviso, per aiutare a occupare il ridotto di Er Riaina. Poco prima di arrivare a destinazione viene attaccata da circa 600 ribelli musulmani. È il 3 luglio. La coraggiosa resistenza dei soldati italiani muniti con attrezzature deplorevoli, senza scarpe, senza acqua e dotati di pochissime munizioni termina otto giorni dopo. Questa è la vera storia del Capitano di quella compagnia e dei militari che lo seguirono con tenacia, abnegazione e sprezzo del pericolo. Il suo diario è arrivato fino ai nostri giorni grazie alla perseveranza nel conservarlo di un soldato semplice ma l'unico in grado di riportare fedelmente le parole dell'ufficiale. Un racconto preciso e dettagliato, audace e incredibile di una compagnia di credenti che per onore e lealtà alla patria, decise una sortita al grido di Savoia Savoia.

Curatore: Michele Ferraro.
Editore: GAEditori
Anno edizione:2017
In commercio dal:21 settembre 2017
Pagine:92 p., Brossura
 
acquistabile on line
Pubblicato in cultura e spettacoli