Ricordare il partigiano Vincenzo Gamiddo per non dimenticare quegli uomini che hanno dato la loro vita per un ideale.

Aprile 18, 2015 1340

Come ogni anno nell'apprestarci a ricordare il 25 aprile , il  pensiero va al nostro concittadino Vincenzo Gamiddo il cui nome da partigiano era "Fiamma". Per tale motivo abbiamo voluto riprendere l' articolo scritto nell'aprile 2014 con il quale tracciavamo un profilo ideale di Vincenzo Gamiddo e ricordare i partigiani ennesi caduti per la liberazione dell'Italia. In un tempo in cui purtroppo " non si vive di ideali " ci sembra tuttavia giusto "non dimenticare" ricordando questi uomini che ancora vivono nella memoria di tanti.

Il 25 aprile.A Regalbuto ci apprestiamo a festeggiare l’anniversario della liberazione , una data storica perché rappresenta un giorno importante per la giovane Repubblica Italiana.E’ l’anniversario della rivolta armata partigiana e popolare contro le truppe di occupazione naziste tedesche e contro i loro fiancheggiatori fascisti della Repubblica Sociale Italiana. Per questi ideali anche un nostro concittadino , poco più che ventenne parti da Regalbutoper arruolarsi come partigiano e partecipare alla lotta armata contro il nazi-fascismo. Era nato il 14 aprile del 1924 e morì il 23 novembre 1944 durante un pattugliamento ad Asti Variglie . Partigiano della 9Div. Garibaldi A. Imerito, col nome di battaglia “Fiamma”. È stato fucilato assieme ad altri compagni e ancora oggi è seppellito nel cimitero dedicato ai partigiani di Asti. Il sacrificio di Vincenzo Gamiddo ancora oggi viene ricordato a Asti con un “ceppo” . Gamiddo fa parte di quella migliaia di giovani provenienti dalle regioni del sud d’Italia che hanno partecipato alle vicende della resistenza piemontese con ruoli diversi: da quelli di primo rilievo nel comando e nella guida del movimento ai più oscuri e semplici militanti.Quella scelta ha comportato costi elevati, sacrifici per tutti e per molti anche il prezzo della vita. Le loro storie sono poco conosciute. Per tante ragioni: le difficoltà del dopoguerra, il ritorno nelle famiglie che avevano lasciato anni prima e di cui non sapevano nulla, la fatica quotidiana per sopravvivere in un’Italia impoverita dalla guerra, la ricerca di un lavoro.Dalla provincia di Enna partirono 76 partigiani , di questi 8 caddero ( e tra questi il nostro Gamiddo),5 furono feriti e 1 rimase invalido. La Sicilia tra le regioni meridionali, se si guarda la distribuzione per comune di nascita , che ha dato l’apporto più rilevante coprendo circa un terzo della cifra complessiva. Non bisogna perdere la memoria storica della nostra città e soprattutto di quegli uomini che rappresentano un patrimonio storico – culturale, esempio anche per le future generazioni. Il partigiano “Fiamma” Vincenzo Gamiddo era stato già onorato ad Asti dall’allora sindaco prof. Gaetano D’Agostino il quale, invitato dalle autorità piemontesi, si era recato ad Asti, con il gonfalone cittadino per presenziare agli onori ai caduti per la liberazione della patria.Poi tutto cadde nel dimenticatoio, fino a quando, venuti a conoscenza della storia di Gamiddo, è sembrato opportuno inserire tra i personaggi illustri di Regalbuto, anche chi, come “Fiamma” si era immolato per la patria. Ci piace ricordarlo così semplicemente il “partigiano Fiamma”. Di lui ci ricordiamo il 25 aprile anche se non tutti sanno che Gamiddo fu tra gli sconosciuti siciliani che persero la vita per un ideale. Non si può dire che siano mancati i tentativi di ricordare ed elaborare quell’esperienza: memorie di singoli, alcune di notevole qualità, ed anche risultati di ricerca interessanti su aspetti specifici. È tuttavia mancata una visione di insieme per cui sia lo sguardo da nord, sia quello da sud non sono riusciti a farne cogliere la rilevanza e collocarla nella sua giusta dimensione né nella storia della resistenza italiana, né nella storia del nostro paese

 

 

Ultima modifica il Giovedì, 02 Luglio 2015 13:44
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