Sono 198 gli enti del Terzo settore ammessi nel Registro unico nazionale (Runts) dopo la sospensione dei decreti di cancellazione, predisposta dall’assessorato regionale delle Politiche sociali, che riguardava 843 associazioni. A oggi, dunque, su 2.573 enti che dovevano provvedere a regolarizzare la loro posizione per l'inclusione nel Registro, 1.928 hanno presentato la corretta documentazione. Ne rimangono, invece, esclusi 645.

«Sospendere l'esecutività dei decreti - dice l'assessore regionale delle Politiche sociali, Nuccia Albano - ha consentito a questi enti di fornire la documentazione corretta ed essere quindi iscritti al Runts. I nostri uffici hanno svolto un lavoro attento e preciso, nell'interesse di tutto il settore, e si sono sempre resi disponibili a fornire ogni eventuale chiarimento. Gli oltre 9 mila enti presenti sul territorio svolgono importanti prestazioni per le fasce più deboli della popolazione, promuovendo valori di solidarietà, inclusione e partecipazione e l'attività di controllo dello Stato e dell'amministrazione regionale è un elemento essenziale per evitare forme di illegalità o di criminalità diffusa».

Com’è noto anche ai non “addetti ai lavori” siamo in un frangente della storia che sta ponendo al centro del dibattito politico globale (e non solo di quello accademico) il ruolo della cosiddetta democrazia illiberale e la sua capacità di costituire un’alternativa credibile al modello per così dire tradizionale, elaborato nella storia occidentale degli ultimi secoli.
Tale modello, fatto di persone e corpi intermedi, di dialogo, partecipazione e di rispetto delle regole sempre più spesso parrebbe “naufragare” nell’apparente inutilità di riti e contrapposizioni che mal si conciliano con la necessità di decisioni rapide e incisive da prendere per il “bene del popolo” in una realtà caratterizzata da crescente complessità e carica di incognite.
In questa prospettiva è proprio l’impegno pubblico vissuto sin dagli anni giovanili, certamente all’insegna di un significativo riconoscimento popolare insieme ai tanti errori e alle cadute di cui non cesso tuttora di portare le ferite, a rendermi sinceramente persuaso della rinnovata attualità di quel patrimonio ideale in cui la dottrina sociale della Chiesa non cessa di inscrivere l’impegno per la cosa pubblica di ogni cristiano così come di ogni uomo di buona volontà.
Per questo mi sento sollecitato ad intervenire da qualche recente commento apparso sulla stampa a proposito del rapporto tra la Democrazia Cristiana e gli alleati del centro-destra e dell’opportunistico ostracismo, da parte di alcuni di essi, nei confronti del suo attuale segretario nazionale.
Per quanto mi riguarda quella di centro destra costituisce un’alleanza che pur senza rimanere estranea alle inevitabili contingenze tipiche di qualsiasi percorso politico (fatto di mediazioni, protagonismi locali, tentativi andati a segno e occasioni mancate) è tenuta insieme, tuttavia, da un collante di ben più efficace mordente che non la semplice condivisione di ambiti di potere.
È, innanzitutto, quello di un solido e costruttivo spazio d’incontro tra l’affermazione delle libertà individuali ed economiche, intese quale espressione della migliore cultura liberale, e la dimensione partecipativa, solidale e sussidiaria, propria del popolarismo sturziano, del quale il percorso politico fatto in questi anni non cessa di mostrarci la sua perdurante fecondità.
Lo dimostra chiaramente l’attrattiva che la nostra proposta esercita, oggi, tra le generazioni più giovani, le tante donne e i molti amministratori locali che segnano l’indentikit della Democrazia Cristiana, tanto dentro il partito che nelle istituzioni.
Rispetto al tema di qualche candidatura in più o in meno, in vista delle diverse competizioni elettorali, credo sia proprio questo il primo obiettivo da promuovere e tutelare: quello di un bene comune idealmente sostenuto, nella prospettiva indicata dalla dottrina sociale cristiana e pragmaticamente perseguito coltivando l’arte del possibile di degasperiana memoria.
Sotto questo profilo nessun passo indietro e nessun passo di lato, nella radicata consapevolezza che l’esperienza di un partito, in ossequio a quella tradizione propria della democrazia occidentale che i cattolici democratici hanno contribuito a formare quale insostituibile componente ispiratrice, vive sempre in una relazione comunitaria e non può mai essere identificata o risolta nel destino politico di un singolo.
Può esserci certamente un altro modo di intendere l’impegno politico, ma non è non sarà mai il nostro.
Se così non fosse stato il tentativo della Democrazia Cristiana, che allo stato attuale mi pare godere di un qualche significativo seguito popolare e che tanti all’inizio giudicavano velleitario se non addirittura visionario, non sarebbe mai nato.
Invece oggi c’è, operando con trasparente incisività per la crescita, nella tutela della legalità, dei territori di tante amministrazioni locali e sostenendo al contempo, con grande convinzione ed altrettanta lealtà, il Presidente Schifani.
Nel suo impegno al servizio della Sicilia e dei siciliani riconosciamo, infatti, l’autorevole espressione di una felice sintesi politica e di una qualificata azione di governo di quella alleanza che, non ce ne vogliano gli avversari, avrà ancora molto da dire e da fare per il presente ed il futuro della nostra Isola così come, grazie all’azione del Presidente Meloni, per quelli dell’intero Paese.

 

Quello che, con molta supponenza, Donald Trump ha chiamato: "liberation day", in realtà segna la fine del predominio americano e occidentale e l'affermazione di un assetto multipolare in cui la Cina,  giocherà un ruolo importante insieme ai Paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa...) di cui è leader indiscussa.
Da non sottovalutare, la riorganizzazione di fatto obbligatoria, della Unione Europea, dei Paesi asiatici, arabi e africani...

Donald Trump ha segnato, senza mezzi termini, la fine dell'Accordo di Bretton Woods del 1944 e dell'ordine mondiale che ne era scaturito, sia sul piano politico che su quello economico.

UN NUOVO ORDINE MONDIALE SI IMPONE:
dobbiamo ora decidere se dovrà continuare ad essere pilotato dalle "grandi potenze egemoni dei capitali e delle armi", o se invece dovrà essere guidato da un multilateralismo diffuso sul modello imperfetto rappresentato dalla vecchia  Europa e dalle democrazie liberali, depurate dalle profonde contraddizioni...

UNA SFIDA EPOCALE CI ATTENDE dal cui esito dipenderà il futuro assetto dello stesso Pianeta e quello dei nostri figli e nipoti...

Battendo il Marsala , gli uomini di Vito Gamiddo ritornano in A2 con una storia vittoria.

Campionati studenteschi organizzati dal Ministero dell ' Istruzione in collaborazione della FIGC .
Con la vittoria della categoria Cadetti di calcio a 5 gli alunni dell'  Istituto Comprensivo " Giosuè Carducci " di Riesi , diretto dalla Dott.ssa Filippina Romano, allenati e guidati dai Prof. Angelo Bellina, Adriana Sanfilippo e Lina Laurino, fanno  cinquina di vittorie provinciali per quest' anno 2024/25 nei campionati studenteschi .
Dopo le vittorie per le  categorie ragazze e ragazzi per la corsa campestre ,  quella di calcio a 5 misto e quella di calcio a 11 categoria Cadetti , si è aggiudicata la finale provinciale di calcio a 5 cadetti .
Si è svolta a Caltanissetta la finale provinciale di calcio a 5 categoria cadetti, tra l' Istituto Comprensivo " G. Petrarca" di Santa Caterina-Resuttano e l' Istituto Comprensivo " Giosuè Carducci " di Riesi , risultato finale 5 a 4 per i Riesini dopo i calci di rigore , la partita era finita con il risultato di 1 a 1  , una bellissima gara che ha visto dominare i Riesini per tutti i due tempi di gioco creando una decina di palle goal che sono state parate dal bravissimo portiere del Santa Caterina-Resuttano , la Carducci Riesi ha dimostrato una netta superiorità di gioco con pressing e ripartenze che ha permesso di creare tantissime occasioni.
Alunni Carducci Riesi :
Gino La Rosa ( Cap.) Gaetano Guarnaccia ( Vicecap) Alessio Bellia, Alessandro Macsinic, Salvatore Chiolo, Francesco Bongiovanni, Nunzio Cusenza, Loris Porrovecchio, Gioele Forcella, Mattia Giannone e Gaetano Terranova.
Allenatori :
Prof. Angelo Bellina, Adriana Sanfilippo e Lina Laurino. Si ringrazia l' arbitro per la buona conduzione della gara e la responsabile provinciale Prof.ssa Patrizia Saporito

Viviamo un tempo di profonda instabilità globale, segnato da tensioni geopolitiche, dal ritorno delle guerre, alla crisi climatica, dalla dirompente rivoluzione tecnologica, all’esplosione delle disuguaglianze,che rendono i ricchi più ricchi e tutti gli altri più poveri
Davanti a queste nuove sfide del nostro tempo e all’offensiva nazionalista, serve una svolta radicale nell’integrazione europea.
Serve l’Europa federale, l’Europa politica.
Di questo vogliamo parlare e discutere con i nostri concittadini. Ci confronteremo con i cittadini e per l'occasione distribuiremo il Manifesto di Ventotene, simbolo dell' Europa unita, in questi giorni sotto attacco da parte delle destre, che hanno vogliono un’Europa di piccoli stati Nazione, dove ognuno fa per sé.
Vi aspettiamo domenica alle 10:30 in Piazza della Repubblica

A Camigliatello Silano ( Cs) gli alunni del Citelli hanno partecipato al progetto “ Neve” . “ La montagna – ci dice la Vice Preside Pina Giaggeri - ha sempre rappresentato un luogo di scoperta, avventura e crescita. Con il progetto "Neve", si è deciso di utilizzare l'ambiente innevato come strumento educativo e inclusivo, offrendo ai nostri alunni l'opportunità di vivere esperienze formative legate agli sport invernali e alle attività all'aperto. Il progetto, mira a promuovere l'inclusione sociale, il rispetto per l'ambiente e lo sviluppo di competenze personali.”

Nel corso dell’edizione 2025 della competizione Robo Cup Junior che si svolta alla ST Micro elettronics , tre squadre dell' Istituto Tecnico Salvatore Citelli di Regalbuto, plesso ad Indirizzo elettronica dell' IIS Fortunato Fedele di Agira, superano la selezione regionale e si qualificano per la fase Nazionale. “Per la prima volta siamo vincitori !  “ Nella categoria Rescue Line, la più competitiva e ambita della Robo Cup Junior, la squadra LucMar porta a casa la coppa. Congratulazioni ai ragazzi che hanno reso possibile questo successo. Nicolò, Vincenzo e Gaetano. Prosegue dunque con successo il  rinnovamento del dipartimento di elettronica dell' IT Citelli che arriva fino a Catania e risuona a livello regionale. Complimenti agli ottimi risultati raggiunti da tutti i partecipanti. Un elogio per l'impegno e per lo spirito di squadra che hanno dimostrato. PathFinderSicily Andrea, Davide, Kevin ed Emanuele. LastMinute Andrea,Gaetano ed Emanuele. VirtulaEyes  Simone, Antonio, Erik e Marcello.

In un articlo riportato su Fanpage Nell'era digitale, l'accesso alla tecnologia avviene sempre prima, tuttavia tale precocità non sempre si accompagna ad un'adeguata consapevolezza riguardo le potenzialità, e soprattutto i rischi, dello strumento che si sta utilizzando. Secondo una recente indagine condotta nel Regno Unito, infatti, i bambini che navigano in Rete non si fanno molti scrupoli a condividere informazioni e dati personali in cambio dell'accesso ad app e social. Il motivo? La paura di finire esclusi dal resto del gruppo. A riferire questa inquietante tendenza è stata un'indagine commissionata dall'Information Commissioner's Office (ICO) – l'equivalente inglese del nostro Garante per la Privacy – che ha analizzato il comportamento dei più piccoli quando si trovano a poter utilizzare liberamente un tablet o uno smartphone connesso a Internet.La notizia, riportata dal quotidiano britannico The Mirror, si lega a un rapporto dell'Office of Communications (l'autorità regolatrice per le società di comunicazione del Regno Unito) che ha riportato come un quarto dei bambini inglesi della fascia d'età tre/quattro anni possieda già uno smartphone e sia autorizzato a utilizzarlo con una certa libertà, tanto che molti dei genitori intervistati hanno ammesso di non sapere molto delle attività online dei loro figli. Tale fenomeno, probabilmente attribuibile alla crescente digitalizzazione della società e alla necessità percepita dai bambini di far parte del mondo che li circonda, ha però sollevato importanti interrogativi sulla consapevolezza delle implicazioni per la privacy e la sicurezza dei minori nel mondo digitale.Il sondaggio proposto dall'ICO ha infatti rivelato che molti bambini considerano i propri dati personali come una sorta di valuta necessaria per accedere a servizi e applicazioni digitali che già in quella tenera età vengono visti come una porta d'accesso indispensabile al mondo delle relazioni con gli altri: non poter varcare quella porta significherebbe restare tagliati fuori dal mondo e pur di non rimanere esclusi, i bambini condividono informazioni personali senza una piena consapevolezza dei possibili pericoli dietro a un tale comportamento.I ragazzi, a seconda della loro età, nella maggior parte dei casi non sono ben equipaggiati per comprendere i compromessi che stanno facendo e le implicazioni sulla privacy della loro attività online", ha dichiarato John Edwards, Commissario per l'Informazione del Regno Unito che ha anche annunciato l'avvio di ulteriori approfondimenti per capire come i social media e le piattaforme di condivisione video utilizzino simili dati.Oltre ai provvedimenti istituzionali – nel 2023, ad esempio, l'ICO ha multato TikTok per 12,7 milioni di sterline per non aver impedito l'accesso alla piattaforma ai minori di 13 anni e per l'uso improprio dei dati dei bambini – Edwards si è detto convinto del fatto che mamme e papà debbano assumersi la responsabilità non solo di monitorare le attività online dei bambini, ma anche di insegnare loro a utilizzare con maggiore consapevolezza i potenti strumenti digitali che la modernità ha messo a disposizione.

Per questo motivo l'esperto ha consigliato ai genitori di attivare sempre le impostazioni di parental control su tutte le applicazioni utilizzate dai loro figli e di essere curiosi riguardo a tutto ciò che i loro piccoli fanno quando si trovano un dispositivo connesso a Internet tra le mani. Instaurare un dialogo aperto e continuo con i propri figli può essere infatti la chiave per venire a conoscenza dei potenziali pericoli prima che essi possano nuocere ai più giovani.








“Caro Signor Presidente,
abbiamo assistito con sgomento e disgusto alla sua conversazione con il Presidente ucraino Volodymyr Zelenski. Riteniamo offensiva la Sua pretesa di mostrare rispetto e gratitudine per l'assistenza materiale fornita dagli Stati Uniti all'Ucraina in lotta contro la Russia. La gratitudine è dovuta agli eroici soldati ucraini che hanno versato il loro sangue in difesa dei valori del mondo libero. Sono loro che, da oltre 11 anni, muoiono in prima linea in nome di questi valori e dell'indipendenza della loro patria attaccata dalla Russia di Putin.
Non capiamo come il leader di un paese simbolo del mondo libero possa non rendersene conto.
Il nostro orrore è stato suscitato anche dal fatto che l'atmosfera che si respirava nello Studio Ovale durante questa conversazione ci ha ricordato quella che abbiamo ben presente negli interrogatori del Servizio di Sicurezza e nelle aule dei tribunali comunisti. I procuratori e i giudici incaricati dall'onnipotente polizia politica comunista ci hanno anche spiegato che erano loro ad avere tutte le carte in mano e noi nessuna. Ci hanno chiesto di cessare le nostre attività, sostenendo che migliaia di persone innocenti stavano soffrendo a causa nostra. Ci hanno privato delle nostre libertà e dei nostri diritti civili perché ci siamo rifiutati di collaborare con le autorità e di mostrare gratitudine nei loro confronti. Siamo scioccati dal fatto che abbiate trattato il Presidente Volodymyr Zelenski in modo simile.
La storia del XX secolo dimostra che ogni volta che gli Stati Uniti hanno voluto mantenere le distanze dai valori democratici e dai loro alleati europei, hanno finito per mettere in pericolo se stessi. Lo capì il presidente Woodrow Wilson, che decise di far entrare gli Stati Uniti nella Prima Guerra Mondiale nel 1917. Lo capì il presidente Franklin Delano Roosevelt, che dopo l'attacco a Perl Harbour nel dicembre 1941 decise che la guerra per difendere l'America sarebbe stata combattuta non solo nel Pacifico, ma anche in Europa, in alleanza con i paesi attaccati dal Terzo Reich.
Ricordiamo che senza il Presidente Ronald Reagan e l'impegno finanziario americano, il crollo dell'impero sovietico non sarebbe stato possibile. Il Presidente Reagan era consapevole delle sofferenze di milioni di persone ridotte in schiavitù nella Russia sovietica e nei paesi da essa conquistati, tra cui migliaia di prigionieri politici che hanno pagato con la libertà il loro sacrificio in difesa dei valori democratici. La sua grandezza risiedeva, tra le altre cose, nel fatto che chiamò senza esitazione l'URSS "Impero del Male" e gli diede una battaglia decisiva. Abbiamo vinto e una statua del Presidente Ronald Reagan si trova oggi a Varsavia, di fronte all'Ambasciata degli Stati Uniti.
Signor Presidente, gli aiuti materiali - militari e finanziari - non possono equivalere al sangue versato in nome dell'indipendenza e della libertà dell'Ucraina, dell'Europa e di tutto il mondo libero. La vita umana non ha prezzo; il suo valore non può essere misurato con il denaro. La gratitudine è dovuta a coloro che compiono il sacrificio del sangue e della libertà. Per noi di Solidarność, ex prigionieri politici del regime comunista della Russia sovietica, questo è ovvio.
Chiediamo che gli Stati Uniti onorino le garanzie fornite con il Regno Unito nel Memorandum di Budapest del 1994, che includeva esplicitamente l'impegno a difendere l'inviolabilità dei confini dell'Ucraina in cambio della consegna del suo arsenale di armi nucleari. Queste garanzie sono incondizionate: non c'è una sola parola sul fatto di considerare questi aiuti come uno scambio economico.”
Lech Wałęsa, ex prigioniero politico, leader di Solidarność, Presidente della Terza Repubblica di Polonia
Marek Beylin, ex prigioniero politico, editore di pubblicazioni indipendenti
Seweryn Blumsztajn, ex prigioniero politico, membro del Comitato di Difesa dei Lavoratori
Teresa Bogucka, ex prigioniera politica, attivista dell'opposizione democratica e di Solidarność
Grzegorz Boguta, ex prigioniero politico, attivista dell'opposizione democratica, editore indipendente
Marek Borowik, ex prigioniero politico, editore indipendente
Bogdan Borusewicz, ex prigioniero politico, leader di Solidarność a Danzica
Zbigniew Bujak, ex prigioniero politico, leader del movimento clandestino Solidarność a Varsavia
Władysław Frasyniuk, ex prigioniero politico, leader del movimento clandestino di Solidarność a Wrocław
Andrzej Gincburg, ex prigioniero politico, attivista clandestino di Solidarność
Ryszard Grabarczyk, ex prigioniero politico, attivista di Solidarność
Aleksander Janiszewski, ex prigioniero politico, attivista di Solidarność
Piotr Kapczyński, ex prigioniero politico, attivista dell'opposizione democratica
Marek Kossakowski, ex prigioniero politico, giornalista indipendente
Krzysztof Król, ex prigioniero politico, attivista indipendentista
Jarosław Kurski, ex prigioniero politico, attivista dell'opposizione democratica
Barbara Labuda, ex prigioniera politica, attivista del movimento clandestino Solidarność
Bogdan Lis, ex prigioniero politico, leader del movimento clandestino Solidarność a Danzica
Henryk Majewski, ex prigioniero politico, attivista di Solidarność
Adam Michnik, ex. prigioniero politico, attivista dell'opposizione democratica, editore di pubblicazioni indipendenti
Sławomir Najnigier, ex prigioniero politico, attivista di Solidarność nella clandestinità
Piotr Niemczyk, ex prigioniero politico, giornalista e stampatore di pubblicazioni clandestine,
Stefan Konstanty Niesiołowski, ex prigioniero politico, attivista indipendentista
Edward Nowak, ex prigioniero politico, attivista del movimento clandestino Solidarność
Wojciech Onyszkiewicz, ex prigioniero politico, membro del Comitato di Difesa dei Lavoratori, attivista di Solidarność
Antoni Pawlak, ex prigioniero politico, attivista dell'opposizione democratica e del movimento clandestino di Solidarność
Sylwia Poleska-Peryt, ex prigioniera politica, attivista dell'opposizione democratica
Krzysztof Pusz, ex prigioniero politico, attivista del movimento clandestino Solidarność
Ryszard Pusz, ex prigioniero politico, attivista del movimento clandestino Solidarność,
Jacek Rakowiecki, ex prigioniero politico, attivista del movimento clandestino Solidarność
Andrzej Seweryn, ex prigioniero politico, attore, direttore del Teatro Polacco di Varsavia
Witold Sielewicz, ex prigioniero politico, stampatore di pubblicazioni indipendenti
Henryk Sikora, ex prigioniero politico, attivista di Solidarność
Krzysztof Siemieński, ex prigioniero politico, giornalista e stampatore di pubblicazioni clandestine
Grażyna Staniszewska, ex prigioniera politica, leader del movimento Solidarność nella regione di Beskidy
Jerzy Stępień, ex prigioniero politico, attivista dell'opposizione democratica
Joanna Szczęsna, ex prigioniera politica, redattrice della stampa clandestina di Solidarność
Ludwik Turko, ex prigioniero politico, attivista clandestino di Solidarność
Mateusz Wierzbicki, ex prigioniero politico, tipografo e pubblicista di pubblicazioni indipendenti

 

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